Apparecchio fisso o mobile? La scelta dipende dalla tipologia di disturbo che si vuole curare. Di questi due strumenti, infatti, si serve l’ortodonzia quella branca dell’odontoiatria che intercetta e corregge la malaocclusione e l’allineamento dei denti.
Solitamente, la cura ortodontica è finalizzata al raggiungimento di una nuova posizione dei denti, questo per risolvere problemi non solamente estetici, ma anche quelli legati alla funzione masticatoria e anche fonetica, ne esistono di diverse tipologie alcuni quasi invisibili che si servono di speciali attacchi trasparenti e con allineatori quasi invisibili.
Dopo una attenta valutazione clinica, grazie all’ausilio radiografico l’ortodontista progetta una diagnosi individuale che permetterà di scegliere la tipologia di apparecchio ortodontico più adatta a risolvere il problema, questi strumenti utilizzano forze di trazione per permettere lo spostamento dei denti.
L’apperecchio fisso è utilizzato, solitamente a partire dall’età adolescenziale, quando i denti permanenti sono tutti presenti nella bocca. Generalmente è costituito da attacchi di metallo o di ceramica posizionate sui denti e collegate tra loro da fili di metallo e piccoli elastici, questi ultimi vengono sostituiti spesso durante tutto il periodo del trattamento per permettere ai denti di spostarsi più velocemente.
L’apparecchio mobile, invece, può essere tolto dal paziente autonomamente, ma seguendo scrupolosamente le indicazioni terapeutiche per garantire il risultato. Realizzato sulla base delle arcate dentali e del palato, l’apparecchio mobile si compone di una base fatta di resina acrilica alla quale sono collegati dei fili metallici che sono responsabili della trazione, il movimento che permette di correggere le basi ossee.
Esistono tre tipologie di questo strumento removibile ognuno pensato per risolvere un determinato problema: